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Giulia e Torribio Marioni
Torribio Marioni  nella sua tipografia di via Percoto dove lavora dal 1935, a fianco Giulia Marioni ad oggi titolare dell’attività.

 

Lo si incontra puntualmente sull’autobus numero 6 che dall’abitazione di via Pradamano lo conduce al lavoro in via Percoto: Torribio Marioni, clas­se 1909, da ben 69 anni si reca ogni mattina nella tipografia che egli stesso ha avviato nel 1935 e che tuttora porta il suo nome. Indossa il camice nero che s’usava una volta e si mette a sfaccendare tra le moderne macchine affi­date a cinque dipendenti, sotto l’occhio premuroso della figlia Giulia. “Ormai fa tutto lei … ” 

Torribio Marioni – occorre dirlo? – i suoi quasi 95 anni li porta magnifica­mente. Lavora anche nell’orto, cura i canarini e i colombi e va ancora in bicicletta, ma solo nelle stradine di Baldasseria lontane dai pericoli del traf­fico. Ha una Bianchi del 1935 (come la tipografia) che tratta con tutte le cure (“guai se prende la pioggia!”) e che negli anni bui della guerra teneva nascosta in un fienile. Non ha mai guidato un’auto. “Non ho neppure pro­vato; ho sempre avuto paura degli incidenti … Nel 1970 mia figlia ha preso la patente e comperato la 600; prima avevamo il triciclo per le consegne dei pacchi”. 

Torribio – il curioso nome lo deve a suo padre, che aveva un amico chiama­to così (“ma il santo esiste, si festeggia il 23 marzo”) – conserva qualche con­fuso ricordo del 1917: Caporetto, la fuga su un carro verso il Tagliamento e il ritorno a casa perchè i ponti ormai erano saltati. Ed era ancora un ragaz­zino quando, nel 1922, si è affacciato al mondo del lavoro. Ha cominciato a comporre con i caratteri mobili alla Tipografia mutilati e combattenti che si trovava in piazzale 26 luglio accanto alla Stampetta, la mitica piscina dei racconti di Renzo Valente. Nel 1929 ha fatto il servizio militare a Napoli, in fanteria, e otto anni dopo ha provato il brivido dell’Africa quando il suo reggimento è stato richiamato. Un solo mese a Derna e poi il congedo. Niente guerra, per fortuna … 

 

 

Torribio Marioni
Torribio Marioni in Tipografia

Marioni è rimasto al suo posto di lavoro, nella tipografia commerciale che aveva aperto, come si è accennato, in due grandi locali di via Percoto, nel­l’ex palestra della Gil (all’inizio in società con Paolo Sassi: c’è ancora chi ricorda il binomio “Marioni e Sassi” … ). Così è passata anche la seconda guerra mondiale. Nel frattempo il giovanotto si era fidanzato con Teresa Novelli, classe 1922, sua vicina di casa, sartina e pellicciaia. “La conoscevo fin da bambina, ma ci siamo sposati solo nel 1950. Avremmo potuto farlo prima, ma ho rimandato più volte il matrimonio per comperare nuove mac­chine!” 

Nel prossimo maggio la “sposina” compirà 84 anni. E lui, in giugno, 95. “Faremo una festa unica, a Montecatini, dove andiamo ogni anno per cure”. Ma il segreto della longevità di Torribio Marioni non sta solo nel · “passare le acque”. “C’è anche – rivela con un ampio sorriso – la vitamina· V. .. come vino. Un buon bicchiere a pasto e anche … come antipasto”. Ha una cantinetta pure in tipografia per offrire un brindisi a clienti e fornitori. Longevità e forma eccezionali, grazie a una vita regolata dallo slogan: fare movimento e rendersi utile. A casa come in tipografia, dove ha avuto sem­pre macchine moderne (oggi c’è la composizione video, la stampa in offset· e l’ultima novità dei servizi digitali). I bancali con i cassetti dei caratteri di piombo (la composizione a mano s’usava fino a 15 anni fa) fanno parte del “museo” aziendale. La tipografia Mariani, oltre a locandine, manifesti, opu­scoli per ditte, realizza anche pubblicazioni (tra le più recenti una bella guida del parco di Sant’Osvaldo) e ha stampato per anni il periodico “Matajur”. 

Marioni non è stato solo un tipografo, ma anche un maestro: dalla sua scuo­la sono usciti l’udinese Enzo Filacorda, Carlo Savorgnan di Palmanova e altri titolari di aziende affermate. In tanti anni di lavoro ha conosciuto tutti i personaggi del mondo delle linotype e delle antiche rotative: dal proto del Popolo del Friuli Ivanohe Pregnolato a quello del Messaggero Veneto Enrico Del Torre, recentemente scomparso, dai fratelli Aldo e Tita Blasoni a Luigi Dal Bo, tipografo da Doretti prima di fare, per quarant’anni nel dopoguerra, il tassista (ed è, assieme a Torribio, l’unico superstite di questa storica pattuglia). 

Tirando le somme, com’è cambiata Udine dopo tanti anni e due guerre mondiali? Mariani non ha rimpianti: “Oggi si vive meglio. Ma ci sono trop­pe automobili!” 

Dal libro “Cento Udinesi raccontano” di Mario Blasoni Editore La Nuova Base Editrice edizione 2004